E’ on-line oskarcecere.com

March 19th, 2008 by Danilo Raco in [ Works ]

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E’ on-line il nuovo sito di Oskar Cecere, fotografo tra i più sofisticati in Italia nel settore della moda. Ho già parlato di lui (nel suo profilo e a proposito di uno dei suoi migliori servizi).

Il sito è stato realizzato in Flash + XML, ottenendo così la massima snellezza nella visualizzazione e nell’aggiornamento delle gallerie. Grazie a Roberto Orasi per il determinante apporto nella programmazione.

» www.oskarcecere.com

Update 21.06.2010: il sito è stato aggiornato, il presente articolo si riferisce alla precedente versione in Flash.

Abbiamo aspettato entrambi di mettere bene a punto il design per il suo sito e di averlo regolarmente on-line prima di presentare qui il vero cuore tecnologico dei progetti Entree.

Fausto Iannuzzi lavora come consulente IT per numerose aziende in Italia. Fra noi avviene ormai da anni una costante interazione in innumerevoli progetti: tanto all’interno delle sue piattaforme web per vari clienti in cui è necessario lo studio dell’interface design, quanto nei progetti di comunicazione on-line di Entree, in cui è spesso neccessaria la sua professionalità nel controllare le componenti legate alla programmazione e all’infrastruttura tecnologica. I siti Ared.it, Architettura Senza Frontiere e British School hanno il suo “tocco”.

Lavora con disinvoltura con ogni tipo di linguaggio, tecnologia o sistema operativo attualmente disponibile e da laureato in Economia, con un master in Marketing e Comunicazione, controlla ogni aspetto del progetto, dall’analisi allo sviluppo, dalla realizzazione al suo impiego nel tempo, rapportando le risorse tecnologiche a quelle economiche. E’ una capacità di visione che, almeno in Italia, sono in pochi ad avere.

» www.faustoiannuzzi.it

Tempo di restyling

November 3rd, 2007 by Danilo Raco in [ Design ]

Complici i giorni di riposo, ho trovato il tempo di sistemare qualcosa su entree.it. Certo, difficilmente rinuncerò all’essenzialita contemplativa della home page, ma stavolta ho dato via libera alle immagini. Tolti i motivi minimali a base di pixel bianchi e neri, ora attraverso il marchio Entree scorrono emblematiche figure a ricordarci il potere, i significati e le contraddizioni della comunicazione e dei suoi mezzi.

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E’ stato reso più forte il legame con il blog: una barra in alto visualizza in veloce successione i titoli degli ultimi 10 post, integrando nell’interfaccia in flash i feed RSS della piattaforma Wordpress su cui si basano queste pagine. Passandoci sopra col mouse si interrompe la rotazione e al click si va al post corrispondente.

Anche la testata del blog ha avuto qualche piccolo ritocco, rimarcando un po’ meglio che proprio di un blog si tratta e che (sebbene non abbia mai trovato il tempo di parlare in prima persona e di dare un po’ di spinte promozionali al Digital Design Blog) i post sono aperti ai vostri commenti. Bisognerà pur cominciare…

E’ on-line faustoiannuzzi.it

October 22nd, 2007 by Danilo Raco in [ Works ]

Un grafismo astratto e minimale replicato orizzontalmente con un diverso grado di opacità è l’essenza dell’identità grafica del progetto. Spoglio da qualsiasi rappresentazione figurativa e dalla volontà di farne un marchio, rimane il puro segno geometrico a trasmettere sensorialmente il rigore, il desiderio di innovazione attraverso la tecnologia, fino alla ricerca del semplice come risultato finale dei processi di analisi e di sviluppo (certo tutt’altro che semplici) dei progetti che Fausto Iannuzzi elabora per il web da oltre 10 anni.

L’immagine coordinata, lo sviluppo del sito e il suo design sono di Entree.

L’identità grafica su carta mantiene un serioso garbo basato su due gradazioni di grigio. L’identità digitale si accende invece di un verde generoso che, accostato al grigio scuro dello sfondo, riporta alla memoria i vecchi monitor e le shell a riga di comando. L’orizzontalità di tutti gli elementi grafici e testuali richiama velatamente l’aspetto visivo di un codice di programmazione.

» www.faustoiannuzzi.it

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Quello che ha prodotto Benetton in 40 anni e più non è stato solo abbigliamento, ma sopratutto un modo innovativo di fare impresa e comunicazione. Nella comunicazione pubblicitaria della Benetton si possono distinguere ben tre distinte fasi comunicative: quella di ricerca di un’identità comunicativa, successivamente di denuncia (con provocazioni e contrasti socio-culturali) e infine quella più recente dai toni bassi.

Nonostante nel corso degli anni le campagne siano state molto diverse tra loro, il tema che le unisce e che definisce la coerenza del discorso di marca è sempre stato quello dei colori. La comunicazione pubblicitaria nella prima fase di vita dell’azienda non si discosta dal clichè di una qualsiasi azienda della provincia italiana. Le prime campagne sono rivolte ai gruppi di giovani, con uno stile grafico e creativo tradizionale: soggetti in posa fotografica in luoghi comuni. Una comunicazione coerente con la strategia di un’azienda a conduzione familiare che compete con prezzi bassi.

La tecnica pubblicitaria utilizzata è quella del trasferimento connotativo associato al concetto di “bella gente che veste bene”. In questo periodo l’azienda sceglie i valori che si svilupperanno nelle campagne future: l’omogeneità e la molteplicità. L’evoluzione avviene con la scelta dell’agenzia parigina Eldorado in cui lavoravano come fotografi Bruno Sutter e Oliviero Toscani che svilupperanno i contrasti e i conflitti tra l’essere e apparire, stravolgendo le logiche comunicative pubblicitarie tradizionali e cambiando il linguaggio e l’idea creativa.

Nasce così il marchio United Colors of Benetton che da questo momento in poi comparirà in tutte le campagne pubblicitarie dell’azienda. All’interno di questa seconda fase, che proseguirà soprattutto grazie al contributo di Oliviero Toscani, si distinguono dei temi portanti: la differenza, l’uguaglianza e la morte [91/92], la verità[93], il sangue [94]. Fuoriescono i tratti distintivi dell’identità visiva di Benetton; scompare il prodotto mentre prende posizione la marca proponendosi di assicurare il dialogo con il pubblico. Le foto vengono prima graficizzate, perdendo di profondità e realisticità, per poi essere sostituite da reportage rappresentanti avvenimenti particolarmente drammatici come la mafia, gli attentati, l’AIDS la fame nel mondo, nel tentativo di sensibilizzare (o scioccare?!) la società.

Quando si scinde il connubio Benetton-Toscani si entra nella terza fase in cui le stesse tematiche, con toni meno accesi e meno provocatori, sono affidate a Fabrica che subisce però gli effetti negativi della differenziazione dell’attività del gruppo Benetton, con la conseguente uscita del settore moda dal core business dell’azienda.

La comunicazione di Benetton è sempre stata dunque a metà strada tra una strategia esplicitamente pubblicitaria ed una socio-culturale (e anche politica). Resta il fatto che, anche se da un punto di vista commerciale la sua efficacia è soprattutto dovuta alle polemiche che ha generato, la sua portata innovativa ha arricchito la complessità del linguaggio pubblicitario producendo vere e proprie opere d’arte. Con l’ultima campagna pubblicitaria fotografata da David Sims per Fabrica, Benetton ha tentato di riaffermare con un nuovo stile i valori del marchio, in particolare colore, gioventù e contemporaneità. E la storia continua…

[da Modia01]


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